Boris, prodotta da Fox, rispecchia con il proprio stile tutto quello che non va nel nostro paese e lo unisce perfettamente ad una linea comica e satirica che funziona a meraviglia. Si fa riferimento in particolar modo al mondo cinematografico italiano, nella fattispecie le fiction italiane. La serie televisiva è stata in grado di cogliere e mettere in luce le contraddizioni e le inefficienze della società e del sistema cinematografico italiano, offrendo una prospettiva critica e ironica che ha conquistato il pubblico. L’approccio innovativo e dissacrante di Boris ha contribuito a ridefinire i canoni della commedia televisiva, influenzando numerosi autori e produzioni successive. Grazie alla sua capacità di satira e di introspezione, la serie ha lasciato un’impronta duratura nel panorama televisivo italiano, diventando un punto di riferimento per coloro che cercano una narrazione intelligente e fuori dagli schemi.

I Personaggi, quanta verità
Il cast è magistrale, ogni attore è riuscito ed entrare perfettamente nella parte e hanno creato insieme una serie corale in cui nessuno è il protagonista.
Nelle prime puntate entriamo in questo mondo delle fiction italiane insieme ad Alessandro, il nuovo stagista, che si rende conto che il suo grande sogno di lavorare nello show business non è come lo aveva immaginato.
La coppia di star: uno strabiliante Stanis, tipica figura dell’attore molto pieno di sè ma in realtà anche molto poco capace e un pò borderline (come quando prese la metanfetamina per “calarsi” nella parte), e Corinna star incapace e raccomandata da un politico potente.
Non sono da meno gli altri personaggi, ognuno con i propri scheletri e i propri vizi. Ad esempio, il regista talentuoso ma al contempo estremamente permaloso e autoritario, che nasconde il suo grande senso di insicurezza dietro ad un atteggiamento impassibile. Le dinamiche tra i personaggi sono avvincenti, tra alleanze improbabili, tradimenti e svelamenti inaspettati, rendendo la serie un vero e proprio gioiello del panorama televisivo italiano. La profondità e la sfaccettatura dei personaggi la rendono una produzione assolutamente da non perdere, offrendo spunti di riflessione e una narrazione coinvolgente che tiene lo spettatore incollato allo schermo.

Avere le raccomandazioni giuste
Tutta la serie gira intorno alle raccomandazioni: a Renè, il regista, viene dato in mano il progetto di Occhi del Cuore come uno scaricabarile credendo nel poco successo della serie. Tutto ciò succede perchè il regista è una persona irascibile, fragile e in parte burina ma che non si fa sottomettere dai poteri forti e non vuole farsi raccomandare da qualche politico potente.
Un esempio lampante è l’uscita dalla serie della truccatrice Gloria che, licenziata per far rientrare il budget, riesce a farsi amica la persona giusta che le offre il lavoro da capo del personale nella regione Basilicata.
Lo stesso Renè in terza stagione si dimostra molto lontano ideologicamente da queste tematiche di favoreggiamento quando una certa Fabiana entra a far parte del nuovo medical drama “Medical Dimension”. Inizialmente contrario all’ingaggio della ragazza, essa entra a far parte del cast e poco dopo si scopre essere la figlia del regista. Fabiana ha sostituito la intoccabile per eccellenza, Cristina star della seconda stagione. Essa si dimostra fin da subito insolente e poco interessata alla vita dietro al set con continui ritardi ma fa parte del cast in quanto figlia di un ricco magnate.
Esce di scena alla fine della seconda stagione per diverbi sul set sopratutto con il regista e perchè persino lei si è accorta della scarsa qualità della produzione in cui recita.

La milano fighetta e la roma burina
Siamo stati abituati a vedere per quasi tutta la serie una trasposizione della cultura cinematografica romana, con fazioni calcistiche molto presenti: la prima cosa che chiede Biascica al nuovo stagista Alessandro nella prima puntata è se fosse della Lazio o della Roma. Le offese sul set sono agli ordini del giorno ma comunque il lavoro, o meglio ciò che vogliono gli italiani, lo portano a casa.
I primi episodi della terza stagione vedono Renè e i suoi “fedelissimi” Duccio e Arianna andare a Milano, per dirigere una nuova serie: Troppo Frizzante. In questi episodi gli sceneggiatori hanno spinto in maniera ironica sulle differenze tra Milano e Roma: comicità banale, smanie di protagonismo di alcuni attori e sopratutto un naturale e sdoganato uso di droga.
La serie che dirige per poco Renè riesce nel proprio intento di essere ben peggiore e sopratutto molto più irritante rispetto ad una serie scontata e clichè come Occhi del Cuore.

La satira che colpisce tutti
In boris si affrontano tante tematiche con umorismo e satira:
– la politica tiene le redini dello stato e decide il futuro degli italiani.
La chiamata giusta al momento giusto, che ha aiutato Gloria a trovare un lavoro migliore, è per principio una cosa che Renè non riesce a fare, forse spinto dall’orgoglio. Lo aiuterebbe a riprendere credibilità nel settore dopo essere passato in secondo piano ed aver ricevuto progetti cinematografici dallo scarso risultato ma il regista non accetta.
– in questo paese per qualsiasi cosa la devi dà
Frase detta da Karin a Cristina che mostra come il nostro paese sia ancora troppo sessista e poco meritocratico.
– agli italiani piace la merda
Un concetto molto visionario che dimostra come molti reality siano visti da milioni di persone in Italia e vengono copiati all’estero, come il Grande Fratello.
Nella serie Renè ci prova a creare una serie qualitativamente migliore ma non riesce, agli italiani piace gli Occhi del Cuore.

In conclusione
Serie geniale e sempre moderna nel dipingere tutti i difetti del nostro bel paese, con umorismo e battute ben riuscite. L’anno scorso sono tornati con una nuova stagione, ma senza uno dei tre sceneggiatori originali. Il senso di nostalgia delle prime bellissime stagioni era altissimo, ma sono stato contento di rivedere i personaggi tanto amati. L’interprete di Renè Ferretti, Francesco Pannofino, ha confermato una quinta stagione della serie.
Sperando che sia al livello delle precedenti non vediamo l’ora di vederla.

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